Un valido ed efficace aiuto alla mobilità in un museo è dato dalla presenza di
mappe e cartellonistica tattili. Le prime sono realizzate in rilievo, con
colori fortemente contrastanti, e riportano la planimetria dell’ambiente, l’eventuale percorso
tattile a terra, e, in carattere braille e in nero, le informazioni principali su ciò che contiene.
I cartelloni tattili, invece, anch’essi con caratteri in braille e in nero, descrivono quanto è
esposto e forniscono informazioni su servizi offerti. In alcuni casi le mappe tattili possono
essere collegate tra loro dal percorso a terra; le targhette in braille poste sugli oggetti danno
informazioni sugli stessi. Viene utilizzato il braille a 6 punti, con quotature internazionalmente
omologate secondo le direttive emanate dalla Presidenza Nazionale dell’Unione Italiana Ciechi.
La mappa tattile può essere realizzata in diversi spessori, riceve un trattamento antigraffio e
antigraffiti, garantendole la perfetta inalterabilità nel tempo. Queste permettono a tutti di
sapere dove ci si trova e cosa c’è da "sentire o toccare" nelle vicinanze.
Esempi di cartellonistica tattile - Museo Omero di Ancona:
Altro sistema sono i modelli in scala; questi devono essere riprodotti in maniera scientifica conservandone le proporzioni secondo una scala appropriata per evitare di perderne i particolari, i dettagli. La scala a cui dovranno essere riprodotti sarà di 1:100 o 1:200 per gli edifici e più alta se si tratta di quartieri; si devono capire i contorni e le effettive proporzioni; Il materiale sarà resistente al tatto, e simile al reale.
A volte, per la complessità di essere percepiti, i modelli devono essere affiancati da riproduzioni
più semplici, in scale diverse, per fornire magari l’idea volumetrica.
Un sistema efficace per la visita "autonoma" di un cieco in un museo è quello adottato dal "Museo Omero" di Ancona del "Walk assistant". In un primo momento può sembrare un percorso segnalato a terra da una striscia colorata, ma in realtà consiste nell’applicazione di un filo di rame, a terra, che reagisce ad un campo magnetico. Il cieco, dotato del suo "bastone bianco" con l’estremità di ferro, percorrendo il museo seguendo la striscia, lo farà oscillare davanti a sé; questo, entrato nella zona d’influenza delle onde magnetiche emesse dal filo di rame, inizierà a vibrare in modi diversi a seconda delle diverse esigenze del percorso; gli segnalerà, ad esempio, di doversi fermare per dover toccare qualcosa, o ascoltarne le spiegazioni. Il non vedente ha anche al collo un apparecchio simile ad un "walkman" che riproduce in modo automatico e sintetico le informazioni relative all’oggetto in esame.
La scheda è uno dei tanti esempi di "guida" nelle sale museali, ma per un non vedente, che
deve oltretutto poter toccare le cose, avere una mano occupata per tenere il foglio è decisamente
poco consigliato; di solito, infatti, si trova l'audioguida come sistema di aiuto per il
percorso nel museo.
Questa è di solito fornita con una audiocassetta che si porta con sé, ma per un cieco è poco
pratico; dovrebbe riavvolgere il nastro ogni volta che si ritrova magari davanti ad un’opera che
vuole "ritoccare" rischiando di fare molte confusione e perché ha anche tempi di racconto molto
particolari. Un lettore CD sarebbe l’alternativa migliore.
A Venezia, il Museo Correr ha adottato un sistema analogo, il Talking signs: si ha in mano
un ricevitore, simile ad un telecomando, che capta segnali a raggi infrarossi emanati da ricevitori
posti in ogni sala e con cuffie o viva-voce si ascolta la descrizione sia degli oggetti che delle
sale e percorsi. Questo segnale aiuta anche a rivolgersi in direzione del ricevitore.
Esistono tuttavia oggetti che non possono essere toccati, per via del materiale, della datazione;
si possono però trovare in un museo le copie o i "calchi".
Questi vengono fatti per dare la possibilità al visitatore di poter conoscere la forma e le
dimensioni dell’oggetto, possono anche essere dello stesso materiale dell’originale per darne la
stessa sensazione tattile; ad Ancona ad esempio, nel Museo Omero, è stato usato, per le copie, il
"gesso cerato" per rendere la superficie più liscia e piacevole al tatto e per imitare il marmo.
All’interno del museo non dovrebbe comunque mancare la segnaletica plantare del percorso.
Questa è una striscia modulare a codici diversi per i diversi segnali che si devono trasmettere: