L’esperienza del Museo Antiquarium di Colleferro nasce
dalla volontà del Direttor Angelo Luttazzi nel voler integrare il non vedente alla cultura locale
e all’archeologia in genere. Il progetto di ristrutturazione dell’allestimento si è basato
sull’idea di voler partire non tanto da un percorso "in aggiunta" a quello per il vedente ma dal
museo stesso, dagli oggetti da esporre e da un’insieme di informazioni per poter rendere
accessibili al non vedente tutte quelle cose che in un museo sono "vietate toccare".
Il Museo è Archeologico e può mettere a disposizione gli originali; si va da zanne di mammut a ossa
umane preistoriche, da resti di cultura quotidiana arcaica, come vasi e anfore, a ricostruzioni di
abitazioni medievali; è lasciato anche uno spazio per eventuali mostre temporanee.
Gli oggetti provengono da scavi effettuati in zone intorno la città.
Abbiamo curato innanzitutto la centralità dei pezzi rispetto alle opere più marginali o grandi,
come i plastici, in modo da fornire informazioni sui diversi periodi.
Il numero dei pezzi esposti dà il tempo necessario per una esplorazione tattile più approfondita.
Gli oggetti esposti sono anche stati scelti in base all’eventuale esperienza diretta del non
vedente stesso, in modo da non correre il rischio di esporre cose mai "viste" o di difficile
comprensione per carenze culturali e personali.
La cosa fondamentale è stata la possibilità di poter toccare qualsiasi cosa; quella di mettere il
cieco in posizioni comode e consone per potersi lasciar trasportare dalla curiosità di conoscere.
All’ingresso sarà posta mappa tattile che indichi il percorso e l’impianto museale.
L’accessibilità al museo è data da un percorso plantare il più lineare possibile, in modo da non
complicare la visita; gli oggetti sono infatti tutti collocati lungo il percorso per essere
facilmente raggiunti.
Sono stati dedicati comunque 5 spazi al disabile; l’attenzione mirata e
zone dedicate non sono da intendere come "ghettizzazioni", ma come strumenti eventuali per
sollecitare anche il vedente ad una visita più interessante, sperimentando forme nuove di
avvicinamento alla realtà museale.
La selezione, la traduzione e l’accessibilità del disabile,
dentro e fuori del museo, sono state le prerogative sostanziali del progetto.
Il percorso
inizia all’ingresso del palazzo, dove verrà posta la necessaria segnaletica grafica e a rilievo con
la distribuzione degli spazi ed il loro raggiungimento; analoga segnaletica verrà posta all’uscita
dell’ascensore al terzo piano. A tale scopo si sottolinea che l’ascensore deve essere dotato,
laddove manca, di lettere in Braille per le pulsantiera e di un avvisatore acustico; sarebbe
opportuno sostituire la pulsantiera verticale con una orizzontale. Il percorso espositivo, poi, si
snoda attraverso tutte le sale, segnalato con un apposito pavimento a rilievo. Saranno utilizzati
colori accesi e fortemente diversi tra loro per sottolineare i diversi momenti espositivi,
riprendendo i colori che già si trovano sull’apparato esplicativo del museo. In ognuna delle
porzioni della mostra, si inseriscono le aree tattili, anch’esse segnalate dallo stesso tipo di
pavimento.
Inserite nel contesto e nell’organicità dell’esposizione sono le aree tattili; queste permetteranno l’approccio diretto e manuale con reperti di minor pregio e con ricostruzioni di oggetti. Ogni area sarà indicata da una pavimentazione a rilievo, di diversi colori così come sopra indicato; in essa vengono posti un tavolo di lavoro e, dove inerente, un plastico. Gli oggetti, reali nei frammenti o riprodotti, sono nella maggior parte inerenti alla cultura materiale nei differenti periodi, poiché con questi, più facilmente, si riescono ad attivare, con risultati positivi, le attività della conoscenza e del riconoscimento. Si individuano le seguenti aree: